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Salute e benessere psicofisico

È risaputo che l’attività fisica favorisce nel bambino uno sviluppo armonioso a livello fisico, psichico e sociale: educa ad uno stile di vita sano, attivo, favorisce l’indipendenza, stimola curiosità e intelletto, aiuta a gestire e contenere lo stress e aumenta l’autostima.Il movimento quotidiano serve per rinforzare le ossa, stimolare il sistema cardio-circolatorio, sviluppare i muscoli, mantenere l’elasticità e la tonicità e migliorare destrezza ed equilibrio. Periodi troppo lunghi di sedentarietà e inattività (ad esempio davanti alla televisione, alla play-station o accompagnati in automobile), cui spesso si associa un’alimentazione non equilibrata, sono nocivi alla salute dei nostri bambini: sovrappeso, obesità e malattie del sistema cardiocircolatorio sono sempre più frequenti in età infantile. L’inattività favorisce inoltre l’insorgere di malattie croniche che si manifesteranno solo in età adulta.

Perché non partire dal percorso casa-scuola?

Esso, in media non superiore al chilometro, consente ai bambini di camminare per circa 10-15 minuti quattro volte al giorno. Una considerevole parte dell’attività fisica quotidiana necessaria, quando non tutta, sarebbe così garantita. La salute fisica e motoria non costituisce l’unico indicatore di benessere e di crescita armonica di un bambino. Il suo sviluppo psichico, profondamente legato a quello fisico, ne determina indipendenza, vivacità intellettuale, autostima, tanto che movimento e sport sembrano favorire un migliore rendimento scolastico e una migliore socializzazione e integrazione. La relazione fra mobilità scolastica e benessere psico-fisico è da anni oggetto degli studi dello psicologo Marco Hüttenmoser dell’Istituto Marie Meierhofer di Zurigo, che ha esaminato i disegni realizzati da numerosi bambini sul percorso casa-scuola, traendone conclusioni estremamente interessanti. Le sue analisi dimostrano che la scoperta dell’ambiente, gli incontri con i compagni in strada, il sentimento di appartenere ad un mondo familiare, sono alla base di un processo di crescita armonioso e di maggiore autonomia del bambino.A partire dai 5 anni egli desidera andare alla scoperta del suo ambiente, rendersi via via indipendente al di fuori dalla sfera familiare. In quel momento il suo mezzo di locomozione privilegiato sono i piedi. Più tardi, verso gli 8-9 anni, la bicicletta diventerà un mezzo di trasporto più interessante. La necessità di spostarsi in modo indipendente, giocando e vivendo con gli altri, assume dunque una funzione fondamentale nello sviluppo globale del bambino. Fare in modo che i bambini possano percorrere la distanza fra casa e scuola a piedi, significa lasciarli crescere, renderli capaci e forti, sicuri di sé e in grado di fronteggiare, una volta adulti, i diversi casi della vita.

io vado a scuola a piedi

io vado a scuola a piedi

Io vado a scuola a piedi!

Io vado a scuola in auto!

Uno degli studi di M. Hüttenmoser, realizzato nel 2003 in Capriasca, porta il significativo titolo “Scendi e vivi”: dove il bambino può scendere dall’automobile, lì inizia il suo cammino verso la vita. In tutti i disegni analizzati traspare l’esperienza diretta. Là dove al bambino è consentito l’uso dei “piedi”, e dunque dell’esperienza diretta, si sviluppano capacità analitiche e descrittive estremamente accurate. Dove il bambino è invece costretto allo status di passeggero, ad un ruolo passivo, ecco calare il grigiore sia nei colori che nelle rappresentazioni grafiche che si impoveriscono, si decontestualizzano, risultando prive di punti di interesse significativo.